Campi elettromagnetici effetti sulla salute: finalmente ce ne parlano le fonti ufficiali
Quando parliamo di campi elettromagnetici effetti sulla salute sono stati fino a pochi anni fa qualcosa di ‘nascosto’, o per meglio dire, qualcosa di cui alcune persone parlavano, ma su cui mancavano fonti, dati, notizie e comunicazioni ufficiali.
La situazione fino a poco tempo fa era, infatti, paradossale, perché i danni dei campi elettromagnetici si cominciavano a intuire, eccome, ma la voce delle persone di scienza che ne parlavano sembrava restare completamente inascoltata…
Eppure, abbiamo tutti il diritto di capire quali sono gli effetti sulla salute dei campi elettromagnetici, semplicemente perché ognuno di noi, quotidianamente, entra in contatto con gli apparecchi che li emettono.
Qualcuno ha parlato di effetti della globalizzazione, altri di una diffusione di alcune tecnologie che si sono sviluppate in modo così invasivo da ‘entrare’ fisicamente nelle nostre vite, altri ancora hanno studiato i problemi di salute anche gravi, che possono essere nati in seguito al contatto – spesso ravvicinato o prolungato – con apparecchiature di un certo tipo.
Finalmente, in tema di campi elettromagnetici effetti sulla salute e prevenzione da mettere in campo per difendere il benessere, sono state perlomeno pubblicate alcune risorse da fonti ufficiali, vediamo quali sono e cosa ci dicono.
Gli effetti sulla salute dei campi elettromagnetici: il documento Epicentro
L’Istituto Superiore di Sanità pubblica (ISS) ha pubblicato un long form sul portale Epicentro, dove spiega come si formano i campi elettromagnetici e quali sono le rischiosità per la popolazione.
https://www.epicentro.iss.it/campi-elettromagnetici/
Riprendiamo alcune sezioni del documento, a partire dalla spiegazione di come si formano i campi elettromagnetici.
Tutto parte dagli strumenti che producono, per loro natura, sia campi elettrici e magnetici.
I campi elettrici si misurano in Volt e aumentano in intensità quando aumenta il voltaggio. In pratica, e per semplificare, una turbina meccanica ha più voltaggio rispetto al caricabatterie del cellulare.
I campi magnetici dipendono invece dal flusso di corrente e dall’intensità utilizzata e si misurano in Gauss o Tesla (T). Da qui il fatto che un campo magnetico si verifica quando c’è un passaggio di corrente, ovvero quando lo strumento è acceso.
Diversi studi hanno analizzato la possibilità che questi campi elettromagnetici possano penetrare nei tessuti biologici (corpo, piante, terra…) arrecando dei danni alla salute.
Bisogna quindi partire dall’idea che tutti i corpi biologici, compreso il pianeta, emettono delle onde elettromagnetiche, quindi è bene sapere che esiste una radiazione elettromagnetica di fondo nell’ambiente.
Questa radiazione è naturale, mentre la costruzione e l’utilizzo di apparecchiature di un certo tipo, hanno portato alla produzione di campi elettromagnetici artificiali.
Riportiamo la spiegazione dell’ISS in merito a come si comportano le onde elettromagnetiche:
“Le onde elettromagnetiche consistono di piccolissimi pacchetti di energia chiamati fotoni, caratterizzate da una lunghezza d’onda, della frequenza e dell’energia. L’energia è direttamente proporzionale alla frequenza: più alta è la frequenza, maggiore è la quantità di energia di ogni fotone. La frequenza di un’onda elettromagnetica è il numero di oscillazioni che passano per un determinato punto nell’unità di tempo, misurata in cicli al secondo o hertz.”
I campi si dividono in:
- a frequenza estremamente bassa (50-60 Hz);
- ad alta frequenza (generalmente sui 300 MHz)
- campi a radiofrequenza emessi dai sistemi di telefonia mobile (da poco meno di 1 GHz e oltre).
Chi genera i campi elettromagnetici?
Secondo il documento dell’ISS, l’emittenza radiotelevisiva e, in misura minore, gli impianti di telecomunicazione, generano campi elettromagnetici.
Il documento sottolinea che: “campi con frequenze più elevate possono presentarsi in aree situate vicino a trasmettitori o a sistemi radar”.
Bisogna quindi fare un ragionamento a parte per la telefonia mobile, perché in questo caso entra in gioco il fattore quantità.
L’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ha previsto che entro il 2005 ci saranno circa un miliardo e seicento milioni di abbonati ai servizi di telefonia mobile.
Da ciò deriva la costruzione di infrastrutture di telecomunicazione capaci di rispondere a questo fabbisogno e, di conseguenza, a una generazione massiva di campi elettromagnetici legati alla loro presenza.
Facciamo chiarezza sul rapporto telefoni cellulari e onde elettromagnetiche
I telefoni cellulari emettono radiofrequenza con potenza massima contenuta tra 0,2 e 0,6 watt.
Il punto è che queste frequenze sono molto vicine al corpo umano, in quanto il telefono viene appoggiato all’orecchio.
Ne consegue che, se una persona effettua molte telefonate da mobile nel corso della giornata, esponenzialmente aumenta la quantità di tempo in cui viene sottoposta alle frequenze elettromagnetiche.
Ci si può difendere?
Certamente, perché anche qui l’idea è di allontanare il più possibile le frequenze dai tessuti, quindi di utilizzare auricolari o tenere il telefono a viva voce a distanza dal corpo.
Quali danni provocano le onde elettromagnetiche?
Ci siamo mai chiesti perché all’ospedale o in aereo bisogna spegnere il telefono cellulare?
Gli apparecchi elettrici hanno una composizione tale da ‘sentire’ la presenza di onde e campi elettromagnetici.
Per questo, se andiamo in ospedale o saliamo in aereo, ci viene chiesto di spegnere il telefono cellulare, in quanto può interferire con il normale funzionamento di altre apparecchiature, che nel caso di aeroporti o strutture sanitarie, sono di vitale importanza in termini di funzionamento.
Ecco che, se le macchine sentono le onde elettromagnetiche, questo succede anche per tutti i corpi biologici.
Quali sono le onde elettromagnetiche più pericolose per l’uomo?
Quali sono gli effetti acuti accertati dell’esposizione a campi elettromagnetici?
Sul portale dell’Unione Europea c’è un lungo documento che parla in merito di campi elettromagnetici effetti sulla salute e rischi.
Riportiamo il pezzettino di introduzione:
“La Comunità ha definito norme in relazione alla prima di queste categorie, conformemente al trattato Euratom. Le radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti comprendono i raggi ultravioletti, i raggi visibili, i raggi infrarossi (che assieme costituiscono i raggi ottici), nonché i campi elettromagnetici (CEM) statici e quelli varianti nel tempo”.
Il modo in cui questi diversi tipi di radiazioni e di campi interagiscono con le persone è assai diverso, per cui si devono valutare con grande attenzione i possibili rischi che ne derivano.
“Anche se gli effetti acuti dell’esposizione ai CEM sono di norma ben definiti, è in corso un dibattito sull’esistenza di possibili effetti a lungo termine sulla salute, primo fra tutti il cancro. Nella maggior parte degli Stati membri, le autorità ricevono di continuo domande su questi effetti. Al momento attuale non vi sono però prove scientifiche evidenti del fatto che i CEM causino il cancro, per cui è possibile dare una risposta alle preoccupazioni del pubblico solo attraverso una ricerca ben indirizzata. D’altra parte, alcuni effetti dei Cem sulla salute sono già ben noti, dato che hanno fatto oggetto di varie norme guida e regolamenti nazionali e internazionali destinati a evitare o limitare l’esposizione che può causare tali effetti.
I regolamenti e le norme guida in questo settore tendono a stabilire sistemi di protezione della salute in base a princìpi e criteri derivati scientificamente e comprendono restrizioni fondamentali per la limitazione dell’esposizione e i livelli di riferimento per intraprendere le azioni opportune in modo da evitare che si superino le restrizioni di base”.
Il documento dell’Unione Europea spiega quindi i possibili rischi esistenti in tema di trasporto, su tutti quelli che possono correre le persone che lavorano sui treni o sulle metropolitane.
Vi è quindi una lunga spiegazione che riguarda gli effetti sulla salute causati da una interazione fra i campi elettromagnetici e il corpo, dove la Comunità Europea sottolinea che “Sono ormai noti i meccanismi in base ai quali i campi elettrici e magnetici sia statici che variabili nel tempo interagiscono in modo diretto con i tessuti degli esseri viventi”.
Attenzione a questa parte che è molto interessante:
“L’azione dei campi elettrici statici a frequenza estremamente bassa comporta cambiamenti sulla superficie di un corpo esposto, in misura tale da potere essere percepiti; – l’azione dei campi magnetici statici attraverso fenomeni di induzione magnetica comporta un flusso di corrente elettrica e di potenziali elettrici lungo i vasi sanguigni; le interazioni magnetomeccaniche comportano lo svilupparsi di forze sulle molecole dei materiali ferromagnetici, delle particelle magnetiche e degli impianti ferromagnetici, mentre si rilevano processi di interazione elettronica che possono a loro volta influenzare le reazioni chimiche”.
Per comprendere la situazione nel suo insieme è consigliata la lettura del documento, ma per il momento possiamo prendere atto che anche le istituzioni hanno definito il problema, ovvero lo hanno esposto alla popolazione.
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:51998PC0268&from=SV
Il punto ora è capire come difendersi.
Malattie provocate da onde elettromagnetiche
Come visto, il dibattito scientifico si è concentrato soprattutto sull’eventuale insorgenza di cancro a seguito di esposizione ai campi elettromagnetici.
Vi sono altre malattie prese in considerazione, quali ad esempio infertilità, ipersensibilità, malattie neurologiche come Alzheimer e Morbo di Parkinson…
E vi sono anche numerosi disturbi, che alcuni hanno associato all’esposizione ai campi elettromagnetici, quali problemi di memoria, difficoltà di concentrazione, mal di testa, sensazione di stanchezza, debolezza e spossatezza, insonnia, disturbi del comportamento, nervosismo e sbalzi di umore, negli adulti così come nei bambini.
Ad oggi la ricerca è in corso, quindi è bene considerare che la scienza è impegnata in questo fronte, ma che al contempo ognuno di noi può fare qualcosa per difendersi dai campi elettromagnetici, soprattutto nell’ambiente in cui vive e lavora.
Campi elettromagnetici in casa e al lavoro
L’idea è cominciare a prestare attenzione al contatto prolungato con le apparecchiature elettriche.
Che si tratti del computer al lavoro, di eventuali sorgenti perennemente attive di campi elettromagnetici in casa, o semplicemente dell’uso del telefono cellulare, è bene limitare il contatto con le apparecchiature elettriche allo stretto necessario.
Abbiamo già considerato, in tema di campi elettromagnetici effetti sulla salute cosa possiamo fare e il consiglio di oggi è quello di limitare l’uso delle apparecchiature quando e se possibile.
Limitare può voler dire cercare di spegnere le apparecchiature elettriche almeno un’ora prima di andare a dormire, cercare di non navigare sul web per tante ore al giorno (soprattutto se superfluo), cercare di trascorrere più tempo possibile all’aria aperta, per ossigenare il corpo e limitare al massimo i danni dell’esposizione ai campi elettromagnetici presenti in casa e al lavoro.
Se cerchi informazioni o consigli per proteggerti, siamo a tua disposizione, contattaci QUI.